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SERGIO MARIANELLI QUADRI (clicca) INTERVISTA (clicca) |
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![]() MARIANELLI SERGIO Elbano, disegnatore, tecnico di professione, e poi ancora poeta, fotografo, cineoperatore, pittore, ha colto il suo momento magico. Dappertutto domina una staticità che vuole essere serena e contemplativa. Ha al suo attivo numerose personali e collettive. Fa parte del Gruppo Artisti Elbani con cui ha esposto nella Sala della Provincia nell'Agosto del 1979 e nella Sala delle Ghiaie nell'Agosto 1981.
Hanno scritto di lui, Mario Montauti, Fortunato Colella, Giancarlo Molinari, Leonida Foresi, Gabriella Mattei, Gonni, Douglas Botting, Rinaldo Ricci, Antonio Manescalchi, Iolanda Martini.
Le sue recensioni sono apparse su: Il Corriere Elbano, Il Giornale dell'Elba, Il Tirreno, La Nazione, Il Corriere della Sera, Pan Arte, Arte Grafica, Arte oggi. New York News |
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Vorrei che questo mio fantastico mondo
possa essere anche il vostro.
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![]() Il passo che separa la grafica dalla pittura è un punto controverso che non di rado divide la critica, tentare il punto d'incontro è impresa ardua, ma non per questo meno appassionante. Sergio Marianelli, viene da una lunga esperienza di grafico ed oltre ad una tecnica ineccepibile, possiede anche un grande senso poetico, la fusione fra questi porta la sua creatività ad esplicarsi in quadri che vivono di contenuti pittorici pur condotti con linguaggio grafico. Una pittura difficile da definire, ma suggestiva, personale e sapiente, volendole dare un nome potremo appellarci ad un iperrealismo dell'impressione. Un riconoscere con nitidezza le immagini che sono sulla tela. Il mare e chi vive sono i personaggi che Marianelli riporta sui suoi quadri, mostrandoci un mondo tutto suo, dove uomo e natura sembra abbiano finalmente raggiunto il tanto auspicato equilibrio ecologico. Un uomo ecologico, quello di Marianelli, nudo e con lo sguardo assente, vive a contatto del mare, immergendosi nell'eterno mistero dei suoi tramonti. La sua pittura è realizzata con materiali poveri, ma i risultati sono suggestivi e non inferiori ad altre preparazioni più elaborate. I colori sono nuovi e personali, ma conseguenti a tutto un discorso pittorico, che non poteva tralasciare questo determinante elemento d'espressione, un altro carattere di primaria importanza nell'opera di Sergio Marianelli è la profonda armonia che regna nelle sue composizioni. |
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C'era una volta la Natura, il "Creato", che aveva in sé ed intorno bellezza, bontà, perfezione e di esse erano permeati gli animali, le piante, il mare e le pianure, le colline e le montagne. |
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Descrivere la pittura di Sergio Marianelli non è difficile perchè non assomiglia a quella degli altri autori e quindi non vi è pericolo di copiare o ripetersi. |
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Quando nell'agosto del 1978 Sergio Marianelli mi chiese i locali della Galleria "La Soffitta" per una personale, rimasi sorpreso.
Lo conoscevo come ottimo disegnatore, ma non quale pittore, anche perchè mai si era mostrato in pubblico. Le sue opere, fuori dello schema tradizionale per i soggetti e per la tecnica, non appena le vidi, mi piacquero istintivamente, purtuttavia pensavo che non trovassero gradimento tra il pubblico, abituato al consuetudinario stile dei pittori del Gruppo artisti elbani. |
![]() Marianelli in mostra a Brera L'ARTE di Sergio Marianelli non è pittura ma grafica dipinta, come lui stesso tende a sottolineare. Un'arte acquisita da autodidatta, senza studio e maestri che, da oltre venti anni, dà bellissimi e coloratissimi frutti contrassegnati dall'originalità della tecnica.
Le sue opere sono uniche in tutto. |
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![]() Spesso, l'arte, oggi, si presenta sotto forme incomprensibili, la contusione fra forma e contenuto è enorme. A volte un contenuto inesistente si tenta di camuffarlo con forme nuove, se tali si possono chiamare, o per lo meno diverse, insolite o, addirittura, validamente storpiate e falsate. Il classico castello di sabbia. All'improvviso, con un logorio sempre crescente, tutto si sgretola. Tutto questo per dire che bisogna costruire su qualche cosa di vero e di attuale. di esistente e che è in noi, nell'animo dell'artista. Sergio Marianelli è partito da questo presupposto, concepisce l'arte come un mezzo per offrire all'occhio umano una interpretazione della natura e dei sentimenti, ma lui stesso interpreta, traduce, analizza e sintetizza. Lui stesso, consciamente e inconsciamente con le sue tele si svela, narra, soffre e ci racconta tutta la sua vita, i suoi piccoli e, spesso, grandi drammi, il suo modo d'amare ed anche la sua insofferenza. E' opportuno un breve discorso sul colore o meglio sui colori utilizzati da Sergio Marianelli, sulla loro forza e potenza, spesso sulla loro violenza cromatica e, poi, all'improvviso, dopo furiose pennellate, ecco la dolcezza, la pace soffusa e tranquilla di certe sfumature, di certe penombre, di certe trasparenze, lotta di colori che, a volte, distrugge la personalità dell'artista, lo trascina, e gli fanno creare tele il cui mondo è rappresentato da elementi di sofferenza. Più evidente, più appariscente, più comprensibile, il mondo visibile, quello dei suoi meravigliosi paesaggi, delle sue feste pirotecniche di colori, dove la natura è regina, il fiume spadroneggia, il mare e il cielo imperano. Dove piante e fiori, cespugli e colline, boschi e pianure, narrano la storia della sua fanciullezza, forse spensierata, raccontano di corse affannose, di baci inesperti, di carezze trepide, ma anche di isolamenti improvvisi, di silenzi terribili dì meditazioni, di riflessioni, di rancori repressi, di immenso desiderio di vivere, di liberarsi da ogni vincolo, di non avere leggi da rispettare, di fuggire lontano, di essere veramente se stesso e senza alcun condizionamento, la gioia di vedersi, ogni giorno e sempre di più realizzato attraverso le sue tele il suo continuo impegno di ricerca e la malinconia di avere perduto qualche cosa di meraviglioso. Cosa cerca Sergio Marianelli con i suoi personaggi, con le sue spiagge, con quei sentieri che sperdono nella boscaglia, con quei fiumi che scompaiono dietro un'ansa, con quelle nuvole che sfuggono spinte da un vento che anche sulle tele si vede? Sono tutti questi, personaggi, sentieri, fiumi, spiagge, e nuvole, simboli che hanno una ben precisa rappresentazione e fra tutte il desiderio di evadere, di andare altrove, non importa dove, ma che sia un mondo nuovo, diverso, forse quello che l'artista ha sempre avuto o si è creato da tempo nel suo cuore e che è, senza dubbio, il suo vero mondo e il più sicuro. E c'è anche un velato ammonimento; quasi un desiderio di educare il fruitore a capire che ovunque vi sono esseri umani vi è arte, che ovunque vi è arte e ovunque insegnamento d'arte. E tutto questo non è da dimenticare, da accantonare per essere ripreso, ma vivere momento per momento, occasione per occasione, quasi farne una ragione dì vita, perchè nell'arte, quando essa è sincera espressione di sentimenti, si può trovare rifugio, protezione e la forza di continuare ad affrontare tutto ciò che la vita ci pone di fronte nel suo arco di luce terrena. |
![]() Gli alberi e le agavi di Sergio Marianelli Sergio Marianelli è un bravo pittore portoferraiese, o meglio "grafico", come lui stesso ama definirsi,che ritrae spesso nelle sue opere soggetti legati al paesaggio e alla natura e dunque anche al mondo vegetale. Non mancano, quindi, le agavi che crescono contorte sulle scogliere a strapiombo sul mare, con le loro vistose quanto singolari infiorescenze, i pini solitari dei promontori isolani, le tamerici delle spiagge, i mandorli, in primavera nuvole bianche di fiori nelle campagne. |
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Emozioni d'Isola
GIOVEDI' 13 AGOSTO, nello lo studio del pittore Marianelli, è stata inaugurata la collettiva "Incontri con l'Arte all'Elba" dei pittori Sergio Marianelli, Elvio Nardelli, Ciro Ranieri e Vincenzo Rogante. Elvio Nardelli è un autodidatta, che ha partecipato a varie mostre collettive e nazionali.
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Quattro artisti elbani provenienti da esperienze diverse, quelli che espongono in via Guerrazzi 75. |
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