ELVIO NARDELLI
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Nato a Rio nell'Elba e, sin da pochi giorni dalla nascita, residente in Portoferraio.
Da giovanissimo ha frequentato la scuola di disegno ed è sempre stato appassionato all'arte.

Autodidatta, riesce a ritrarre l'amore per la sua Isola, dipingendo il mare in movimento ed i fiori, con immediatezza e sincerità, ma non a scapito del contenuto, che esce leggibile dal suo pennello.
Dagli anni '70 ha cominciato ad esporre in mostre collettive nazionali e locali.
Citato nell'Annuario Toscano delle Belle Arti — anno 1972.

I mezzi espressivi usati sono l'olio e la tecnica sintetica.
Nel 2001 ha dipinto un quadro da inserire in una mostra itinerante, per conto della Diocesi di Massa Marittima, in occasione del 1.500^ anno della Diocesi stessa


LE EVANESCENZE ELBANE DI NARDELLI
Il fascino, quasi irreale, dell'essere isola.

La linea sinuosa dell'antica Cosmopoli che sboccia nel fiore ottagonale della Torre del Martello.
Lo Scoglietto, sentinella di un mare mai uguale.
Le Prade, con quel che rimane del vecchio ponticello.
Ma anche gozzi in legno spiaggiati o all'ancora e, poi, rose, tante.
Gialle, rosa antico, bianche.
Entrare nel mondo pittorico di Elvio Nardelli è come sfogliare un vecchio album, abbandonarsi alla dolcezza dei ricordi e lasciarsi trasportare dal sogno.
Da un sogno senza fine, dove trovano spazio le espressioni della natura più care all'artista e ai portoferraiesi, con un unico grande interprete: il mare.
Calmo e impercettibile nei colori, arrabbiato, gonfio e prepotente, laguna immobile in cui si allungano le geometrie della città medicea, spuma leggera che accarezza candide scogliere, come una grande madre è una presenza costante nella pittura di Nardelli.
Come un barometro misura i suoi stati d'animo, accoglie i suoi pensieri, lo accompagna in una realtà che si culla nella dimensione insulare.
Dove il richiamo dell'azzurro è forte, e l'occhio ama perdersi in un infinito indefinibile, limitato soltanto dalla sagoma, altrettanto indefinita, dello Scoglietto, al quale nulla sfugge dalla naturale, privilegiata posizione.
Lo Scoglietto è compagno fedele del pittore portoferraiese, e quando non è lo Scoglietto a dominare in lontananza la tela, con la consueta discrezione che ne esalta il fascino, è la penisola di Portoferraio. Raramente il compito di richiamare l'appartenenza alla Scoglio è affidato alla morbidezza delle cime elbane.
E' ai luoghi della memoria che l'artista portoferraiese si affida volentieri per esprimere il senso profondo dell'essere isola . Dove tutto acquisisce un connotato diverso, quasi irreale.
Forse per questa ragione l'espressione artistica di Nardelli è soprattutto un rincorrersi di lontananze, di suggestioni evocative alle quali è dolce abbandonarsi.
E dove si perdono solitarie barche in legno, campagne fiorite, determinati dirupi rocciosi della costa portoferraiese, il bacino termale di San Giovanni, la banchina medicea.
II tratto etereo, la dolcezza dei colori e la rarefazione delle atmosfere rendono impalpabile l'opera, quasi una tinta a pastello, quasi un eterno mattino invernale, quando l'isola si sveglia nella foschia e tutto è apparenza.
E' l'ora in cui l'Elba appare ripiegata su se stessa, è l'ora in cui l'artista dispiega le ali della propria interiorità per ritrovare serenità e pace.
Nel solitario, intimo, silenzioso dialogo con una natura che accarezza le corde dell'anima, il pittore sembra cercare sempre nuove coordinate.
Paesaggi e marine inseguono la linea dell'orizzonte definiti soltanto dalla leggerezza del pennello. Tutto è evanescenza, lasciato a una dimensione ché non può essere definita, né tanto meno acchiappata; è' il fascino indescrivibile dello Scoglio, che solo il mare sa spiegare con i suoi umori sempre diversi.
Con l'eterno linguaggio dell'onda.
Che è passato, presente e futuro.


Cristina Cucca

UNA VENA PITTORICA INESAURIBILE

Autodidatta, Elio Nardelli dipinge dal lontano 1956 e da allora la sua vena pittorica non si è mai concessa una pausa.
Malgrado non si sia mai cimentato in una personale, l'artista (portoferraiese di residenza ma riese di nascita) ha partecipato alle maggiori collettive, anche nazionali, dei pittori elbni di ieri e di oggi.

E' stato protagonista, insieme a parecchi altri colleghi dello Scoglio, della rinascita del Gruppo Artisti Elbani, un mix eterogeneo di talenti che a partire dagli anni Cinquanta ha fatto scuola sull'isola.

Delle tele di Nardelli rimane impressa soprattutto l'immediatezza con cui riesce ad esprimere l'amore per la terra natale.
Le sue molteplici interpretazioni del mare in tempesta, con la classica onda pronta ad infrangersi sulla bruna scogliera guardata a vista dall'emblematico Scoglietto di Portoferraio, rimarranno nella storia dell'espressione figurativa e paesaggistica dell'Elba


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